venerdì 1 gennaio 2010

Libri da ardere

Un professore universitario vive nella sua casa a poca distanza dall'università ed ospita un suo assistente e la sua fidanzata durante i bombardamenti che stravolgono la città, che a poco a poco si spopola. Avanza l'inverno e l'esigenza più importante è "riscaldarsi" a qualunque costo: dopo aver dato fondo a tutti mobili, non rimangono nella stanza che due sedie, una cassa e una stufa cilindrica e, naturalmente, una grande libreria con centinaia di volumi raccolti dal professore in più di 20 anni di studi. E' la ragazza la prima che ipotizza di bruciare i libri per riscaldarsi, con grande scandalo del professore e del suo assistente. Poi le sue argomentazioni fanno breccia ed allora il problema si sposta su "quali" libri bruciare. Quali sono i criteri per scegliere i libri da distruggere nella stufa? Implacabile divora di giorno in giorno tutti i libri che le si gettano dentro con l'unico scopo quello di far sopravvivere i tre inquilini della casa.
Le cose si complicano. La ricerca spasmodica del calore della ragazza finisce per farle apparire possibile di sottomettersi alle attenzioni sessuali del professore che usa semplicemente come "stufa". La lotta per la sopravvivenza fa crollare qualsiasi ostacolo di tipo morale. L'alternativa è fare un giro in città in pieno giorno e diventare bersaglio dei cecchini implacabili dei "barbari" occupatori.
I libri man mano diventano sempre meno ed il cerchio si stringe intorno a pochi libri. L'ultimo di questi è un romanzo adolescenziale che il professore nelle sue lezioni ha sempre stroncato additandolo come un cattivo esempio di letteratura. Ora, inspiegabilmente, lo difende fino all'ultimo. Il suo assistente gli rinfaccia questo atteggiamento contraddittorio ed il professore è costretto a cercare motivazioni di tipo letterario che non convincono il suo interlocutore, ma trovano nella sua fidanzata una insperata sostenitrice. L'assistente ha capito cosa continua a succedere tra il professore e la sua fidanzata e smaschera l'uno e l'altra. Gli avvenimenti precipitano e il professore decide di bruciare anche quell'unico, ultimo libro per resistere ancora un giorno, nella speranza della fine della guerra.
Ma è la ragazza che non accetta più questo ultimo rinvio e corre per strada per farsi ammazzare, seguita dal suo fidanzato.

Pensierino. Libri da ardere? Ricorda altri roghi di libri: la notte del 10 maggio 1933 centinaia di libri vennero bruciati a Berlino in quanto considerati, dalla propaganda nazista, contrari allo «spirito tedesco» (fra gli autori, Mann, Brecht e lo stesso Heine). Durante il rogo, Joseph Goebbels tenne un violento discorso contro la cultura «degenerata». Scrive Bertolt Brecht:

Il rogo dei libri

Quando il regime ordinò che in pubblico fossero arsi
i libri di contenuto malefico e per ogni dove
furono i buoi costretti a trascinare
ai roghi carri di libri, un poeta scoprì
- uno di quelli al bando, uno dei meglio - l'elenco
studiando, degli inceneriti, sgomento, che i suoi
libri erano stati dimenticati. Corse
al suo scrittoio, alato d'ira, e scrisse ai potenti una lettera.
Bruciatemi!, scrisse di volo, bruciatemi!
Questo torto non fatemelo! Non lasciatemi fuori! Che forse
la verità non l'ho sempre, nei miei libri, dichiarata? E ora
mi trattate come se fossi un mentitore! Vi comando:
bruciatemi!


Non fu l'unico rogo di libri anzi nei tempi andati qualcuno, per sicurezza, preferiva bruciare oltre ai libri  anche l'autore. Ma sono storie spiacevoli, nessuno le vuole ricordare, soprattutto i nipoti di quelli che appiccavano il fuoco sotto...

Nella commedia di Amélie Nothomb "Libri da ardere" invece i libri sono l'ultimo combustibile rimasto. Certo Kafka non sarebbe molto d'accordo ("Bruciare libri? Nessun sano di mente vorrebbe mai bruciare dei libri"), ma chi ha freddo perde la ragione e non sottilizza.

4 commenti:

  1. Una volta mi hanno parlato di un uomo eccentrico gran lettore di libri, cosa che faceva con una particolarità: quando aveva letto tutte e due le pagine di un foglio, lo strappava, lo appallottolava e lo buttava via. Questo, mi sembrò, aveva un vantaggio: quando doveva riprendere la lettura di un libro, lo apriva a colpo sicuro. Non aveva bisogno di segnalibri.
    E non doveva chiedersi: ma questo libro l'ho già letto? Infatti, immaginai, all'ultima pagina buttava via tutto.
    C'era anche un altro vantaggio, a cui pensai perché spesso ho letto la sera a letto: lui, man mano che procedeva la lettura, aveva in mano libri sempre più leggeri.
    Però, su tutto prevalse la sensazione di un suo egoismo. Avrebbe potuto segnare le pagine lette in altro modo, e alla fine buttare via il libro intero, con tutte le pagine dentro e non solo con l'ultima: qualcuno lo avrebbe raccolto e letto.
    Non pensai che tutta quella carta poteva servire a riscaldare qualcuno nei freddi invernali. Dovesse servire a questo, sono pronto a dare la maggior parte di miei. Anche tutti.

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  2. sai..
    una sola volta ho buttato via un libro...con la promessa che l'avrei ricomprato!
    (Il perchè lo tengo per me..)
    Curioso eh ? tanto piu' che era un libro che mi era piaciuto molto: Le Ceneri di Angela - Frank McCourt


    Comunque ormai non c'è piu' alcun bisogno di bruciare i libri..ho come la sensazione che il nuovo intento sia arrivare alla fonte... ci bruceranno tutti i neuroni, devieranno tutte le nostre connessioni logico razionali...

    Buon Tempo che verrà Guglielmo ...con tutto il cuore....e questo comprende non solo il 2010 ..ma anche tutti gli anni a seguire!!
    ..

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  3. @rom. Strappare i libri, che tortura inutile e che egoismo: se voleva disfarsene perché non regalarli?
    @Janas. I libri, alcuni almeno, ci ricordano sempre qualcosa ed è qualcosa che spesso sta fuori dal libro. Forse questa è la cosa più importante... -:)))

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  4. ho visto un film assurdo dove si era venuta a creare la situazione immaginata dalla Nothomb, i superstiti di una improvvisazione glaciazione esterna si rifugiano all'interno di una storica biblioteca e per scaldarsi danno fuoco a tutti i volumi. Una scena da brivido in cui però mi sono persuasa del fatto che... avrei fatto lo stesso. Il freddo noooo! E' troppo brutto! Post interessante Guglielmo :-)

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