Il 6 aprile 2009 è iniziato presso il Tribunale di Torino il processo istituito da Raffaele Guariniello contro Stephan Schmidheiny (ex presidente del consiglio di amministrazione dell'Eternit AG) ed il barone belga Jean Louis De Cartier de Marchienne. Sono ritenuti responsabili delle numerose morti per mesotelioma avvenute tra gli ex-dipendenti delle fabbriche Eternit a contatto con l'amianto.
Il 13 Febbraio 2012 il tribunale di Torino ha emesso una sentenza storica, condannando in primo grado De Cartier e Schmidheiny a 16 anni di reclusione e obbligandoli al risarcimento di 3000 parti civili. Il caso eternit è il primo al mondo in cui i vertici aziendali vengono condannati per disastro ambientale aggravato, costituendo un precedente importante che potrebbe dare il via a decine di processi in tutta Europa.
Qual'è l'accusa ? Fin dagli anni '60 si sapeva della tossicità dell'amianto, ma i vertici aziendali hanno nascosto i dati epidemiologici, continuando produzioni pericolose per la salute, senza informare i lavoratori dei rischi, omettendo precauzioni durante il lavoro, smaltendo i materiali pericolosi senza precauzioni per l'ambiente e lasciando (fino ad oggi) siti contaminati senza alcuna bonifica.
Oltre al risarcimento verso i parenti delle vittime, il tribunale ha deciso anche un risarcimento per i Comuni nei quali erano insediate le aziende Eternit e che dovranno procedere a pesanti interventi bonifica ambientale.
La somma più alta è stata riconosciuta finora al comune di Casale Monferrato, 25 milioni, a Regione Piemonte, 20 milioni, all'Inail, 15 milioni di euro. Da 60 a 30mila euro ai parenti delle vittime, 35mila agli ammalati di patologie connesse all'amianto, 100 mila euro a sindacati e associazioni (tra cui anche l'Associazione Italiana Esposti ad Amianto). Poco prima della sentenza uno degli imputati aveva proposto al Comune di Casale Monferrato un risarcimento pari a 18.300.000 € purché il Comune stesso uscisse dal processo. In un primo momento il Comune di Casale, retto da una giunta di centro-destra, aveva accettato la proposta e sono dopo uno confronto serratissimo con l'Associazione delle vittime e con il Governo ha ritirato la sua adesione l'8 febbraio.
I morti accertati sono più di 2300 (1800 nella sola Casale) e purtroppo molte persone (50-60 all'anno a Casale Monferrato) continuano ad ammalarsi ogni anno perché il tempo di latenza del tumore è molto lungo (30-40 anni). E, attenzione, non parliamo solo di dipendenti dell'Eternit, ma di normali Cittadini che vivevano in Casale Monferrato o negli altri Comuni inquinati da questa micidiale polvere.
Ricordo personale. Frequentavo Casale alla fine degli anni '60 inizio anni '70. Ricordo i tetti delle case intorno all'Eternit ricoperti da uno strato di 3-4 cm di polvere bianca. Ricordo che dietro ed attaccata alla fabbrica vicino al Po c'era una rinomata piscina pubblica frequentatissima d'estate. Ricordo che lungo il Po c'era una spiaggia ricercata per la sua finissima sabbia bianca , lì venivano macinati e buttati residue di lavorazione dell'Eternit. Ricordo che dalla stazione della Città arrivavano camion scoperti carichi di amianto che arrivavano alla fabbrica passando per viali e piazze. Ricordo che tanti lavoratori e sindacalisti tacevano perché l'importante era il posto di lavoro e che , per fortuna, ce n'erano altri, additati come pazzi e disfattisti, che hanno continuato a lottare.
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