Al centro Rodolfo Graziani |
Armati di randelli, di mazze, di spranghe di ferro, abbattevano chiunque - uomo, donna, vecchio o bambino - incontravano sul loro cammino nella citta-foresta di Addis Abeba. E poiché era stabilito che la strage durasse tre giorni, e l’uso dei randelli si era rivelato troppo faticoso, già dal secondo giorno si ricorreva a metodi più sbrigativi ed efficaci. Il più praticato era quello di cospargere una capanna di benzina e poi di incendiarla, con dentro tutti i suoi occupanti, con il lancio di una bomba a mano.
Nessuno ha mai stilato un bilancio preciso degli etiopici che sono stati uccisi dal 19 al 21 fehbraio 1937. Si va da un minimo di 1400 a un massimo di 30.000, a seconda delle fonti.
Le migliaia di italiani che hanno partecipato alla strage di tanti innocenti, che nulla avevano a che fare con l’attentato, non hanno mai pagato per i loro delitti. Non sono mai stati inquisiti. Non hanno fatto un solo giorno di prigione. Dopo l’estenuante mattanza, sono tornati alle loro case e alle loro caserme, come se nulla fosse accaduto. Chi aveva famiglia in città, ha continuato, senza problemi, senza sentimenti di colpa, a gestire i propri affari, ad accarezzare i figli, a fare all’amore, come se in quei tre giorni di sangue il suo forsennato impegno nell’uccidere fosse stata la cosa più naturale, più ammirevole.
da Angelo del Boca, Italiani, brava gente ?, Neri Pozzi Editore, Premessa
Pensierino (amaro). Il male è la cosa più naturale di questo mondo. E' il bene che è contro natura.
gli italiani non esistono neppure. Figuriamoci se snon brava gente...
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