Dove prima. non c’erano che marciapiedi deserti, scoppiava un’onda di vita.Era. una cosa oscura, ancora; una massa oscura che, nella mezza-luce, fluttuava vagamente intorno al1’ombra di un treno che un momento prima non c’era, forza ancora fluida, vaga, muta, eppure violenta; rapida si getto ai cancelli, si assottigliò per varcarli, gonfiò nuovamente, si sparse, irruppe dovunque.Ora vedevamo uomini, uomini, ancora uomini.Sentivamo voci brevi, serrate, i loro respiri. C’erano donne, anche, giovani e anziane. Non avevano sorrisi, ma solo facce serie, scarne, assonnate. Cominciarono a passarci davanti, alcuni di loro, ma quasisenza contorni, come ombre, fuggendo. Poco dopo, un’altra ondata circondò un altro treno, si assiepò ai cancelli, rinsanguò la prima. Poi una terza, una quarta, altre ancora. "Operai ", disse una voce vicino a noi.Mare grigio, battevano all’alba contro le rive della capitale lombarda, ne mordevano la pietra, s’avventavano contro i suoi prodigi di metallo e di pietra. Ritornavano indietro, come un mare triste.la. sera, si spargevano nel retroterra a riempire coi loro respiri il buio. L`indomani all’alba riapparivano: questo solo era il mare, il mare umano, il respiro profondo di Milano.Uomini, giovani uomini, quasi raguzzi, ragazzi quasi bambini. L’adolescente che morale correndo il pane, l’uomo giovane, o quasi vecchio, che spegne correndo la cicca; la donna che si avvolge in fretta.
Anna Maria Ortese, da Silenzio a Milano, Una notte alla stazione, La Tartaruga edizioni, 1998
Pensierino. Milano fine anni '50 come oggi, forse un po' più grigio (allora). Forse un po' più sfavillante di luci e vetrine (oggi). La gente che va e che viene è la stessa nel silenzio della solitudine.
come ti è capitato tra le mani il libro della Ortese?
RispondiEliminaLa Ortese è una vecchia "conoscenza": avevo letto qualche anno fa Angelici dolori e Il mare non bagna Napoli, due splendide raccolte di racconti (sai della mia passione per i racconti...) e così mi aveva incuriosito, per la mia frequentazione recente di Milano, il fatto che la Ortese avesse scritto delle cose su Milano. Per di più scrive di una Milano (fine anni '50) che in parte non c'è più ed in parte è rimasta tale e quale, ma guardata con il suo penetrante occhio molto lirico e sognante. Insieme ho preso anche Corpo celeste che è una strana cosa: la Ortese è stata invitata in un paese scandinavo a tenere delle conferenze di presentazione dell'Italia dal punto di vista di una scrittrice. Poi le conferenze non si fecero più, ma gli scritti sono rimasti (databili anni '70-'80). Questi acquisti poi sono stati propiziati dallo sconto fatto dalle librerie in Maggio del 20%, aspetto non secondario dell'acquisto ora.
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