Ormai l’inverno del nostro travaglio/s’è fatto estate sfolgorante ai raggi
di questo sole di York;(1) e le nuvole/che incombevano sulla nostra casa
son sepolte nel fondo dell’oceano.
Ora le nostre fronti/si cingono di serti di vittoria;
peste e ammaccate sono appese al muro/le nostre armi, gloriose panoplie,
e in giulivi convegni tramutate/le massacranti marce militari.
Deposto ha Marte l’arcigno cipiglio/e spianata la corrugata fronte,
e, non più in sella a bardati destrieri/ad atterrir sgomente anime ostili,
ora se’n va, agilmente saltellando/per l’alcova di questa o quella dama
alle lascive note d’un liuto.
Ma io che son negato da natura/a questi giochi, che non son tagliato
per corteggiare un amoroso specchio,/plasmato come son da rozzi stampi,
e privo della minima attrattiva/per far lo sdilinquito bellimbusto
davanti all’ancheggiar d’una ninfetta;/io, che in sì bella forma son tagliato,
defraudato d’ogni armonia di tratti,/monco, deforme, calato anzitempo(2)
in mezzo a questo mondo che respira;/io, che sono sbozzato per metà
e una metà sì sgraziata e sbilenca/che m’abbaiano i cani quando passo;
io, dico, in questa nostra neghittosa/e zufolante stagione di pace,
altro svago non ho, altro trastullo/da consentirmi di passare il tempo,
fuor che sbirciare la mia ombra al sole/e intonar col pensiero, in vari toni,
variazioni sul mio stato deforme.
Sicché, poiché natura m’ha negato/di poter fare anch’io il bellimbusto
di su e di giù, com’è frivola moda/di questi tempi dal parlar fiorito,
ho deciso di fare il delinquente,/e di odiare gli oziosi passatempi
di questa nostra età.
1) “By this sun of York”: alcuni testi hanno “son”, “figlio”, invece dell’omofono “sun”, “sole”, che leggerebbe pertanto: “ad opera di questo figlio di York ” riferito a Re Edoardo IV; “figlio” di York e fratello di Riccardo è infatti questo Edoardo, che ha tolto il trono a un Lancaster, Enrico VI. È verosimile che il drammaturgo abbia inteso sfruttare l’omofonia dei due termini per uno di quei giochi di parole assai graditi al pubblico elisabettiano; ma la lezione “sun” è la più probabile, anche perché il sole era l’emblema gentilizio degli York (cfr. in “Enrico VI - Parte terza”, il dialogo dei due fratelli Edoardo e Riccardo York alla prima scena del II atto).
2) “… sent before my time”, cioè partorito in parto prematuro.
William Shakespeare, Riccardo III - Traduzione di Goffredo Raponi - e-Book di Liber liber
Pensierino. Gloucester scegli il male. Lo sceglie perché crede (e come dargli torto) che la natura con lui sia stata matrigna. Porterà a compimento la sua parte attenendosi al personaggio che si è scelto. Quando avrà raggiunto il suo scopo, qualcosa si sgretola dentro di lui e soccombe. Nel teatro shakesperiano (almeno) il male non trionfa, anche se tutti (segretamente) tifano per lui.
che bello questo monologo letto da loncraine, all'inizio sembra un film normale, molto bello, la cantante è deliziosa, poi il duca entra nel bagno, e mentre fa quel che si fa in bagno recita con le parole del teatro ricordi?...e alla fine si lava le mani e guarda nella cinepresa, guarda chi lo sta ascoltando con una tale forza espressiva da chiedersi se il personaggio del film stia uscendo dallo schermo, che film...che regista...che testo...che attore...
RispondiEliminaciao francesca2