lunedì 12 dicembre 2011

Napoli esiste ? (Prima parte)

Ho iniziato da qualche anno questo mio giro per l'Italia attraverso le città più importanti e dopo Torino, Milano, Palermo, Roma e Cagliari, è arrivata la volta di Napoli. Ecco il mio racconto di viaggio.

Non credete a nulla di quello che vi hanno raccontato di Napoli. Napoli è un'altra cosa.

Il panorama. Dove vedere Napoli dall'alto se non da Castel Sant'Elmo? E qui la prima sorpresa: il Vesuvio non esiste. E' uno scherzo dei napoletani, un foto-montaggio per collezionisti di cartoline. In quattro giorni mai si è visto questo fantomatico vulcano. I napoletani hanno il senso dell'humour : intorno a questa montagna che non c'è ci hanno costruito anche una ferrovia (la Circunvesuviana); come dire che intorno ad un sogno si possa viaggiare tranquillamente in treno godendosi il paesaggio. Mi pare un'idea fantastica !
A dir la verità, su questa montagna che non c'è, molti hanno costruito solide case di pietra ed il Piano casa del governo Berlusconi ha aperto la strada nel 2010 a nuove speculazioni edilizie. Dal 2003 si era cercato di mettere un freno alle costruzioni su questo vulcano perfettamente attivo, ma si sa che in Italia le ragioni dei costruttori valgono più di ogni buon senso. E poi, dai, costruire su un vulcano che non c'è è proprio un abuso?
Da Castel Sant'Elmo si vede la Certosa di San Martino e questa era una méta obbligata del mio viaggio.
     
La Certosa di San Martino vista da Castel Sant'Elmo

Stato di servizio di Giuseppe Aimone nato il 10 Maggio 1914 a Roma e residente a Torino. 
Soldato della leva 1914 del Distretto di Torino. Lasciato in congedo illimitato il 10 Ottobre 1934. Ammesso quale Aspirante Allievo Ufficiale il 1 Giugno 1936 e nominato A.U.C. il 1 Settembre 1936. Giunto al 91 Reggimento Fanteria per prestarvi il servizio di prima nomina il 25 Aprile 1937. Ha prestato giuramento di fedeltà in Rivoli il 24 Maggio 1937.
Partito per la Sicilia perché destinato al 116 Reggimento Fanteria imbarcandosi a Napoli il 3 Ottobre 1937.
Sbarcato a Derna il 5 Ottobre 1937. Partito per l'Italia per l'invio in congedo imbarcatosi a Derna il 2 Gennaio 1938 e sbarcato a Siracusa il 5 Gennaio 1938.
Richiamato alle armi per mobilitazione generale presso il 91 Reggimento Fanteria e giunto il 20 Dicembre 1940. Partito per la Tunisia con il 91 Reggimento Fanteria ed imbarcato a Sciacca il 25 Dicembre 1942.
Prigioniero di guerra nel fatto d'arme di Laghouat il 12 Maggio 1943. E' internato nel campo di concentramento di Saida.
Rientrato dalla prigionia imbarcandosi ad Orano il 25 Novembre 1945. Tale sbarcato a Napoli il 1 Dicembre 1945. Presentatosi al Centro alloggio S. Martino di Napoli il 1 Dicembre 1945. Congedato il 24 Dicembre 1945.
 
Il suono cupo e prolungato della sirena annunciava l'arrivo nel porto. Si era svegliato da un sonno profondo senza sogni: da quando era partito da Sciacca tre anni prima alla volta della Tunisia, non aveva più sognato, le notti del deserto erano state così terse da cancellare anche quell'innocuo rifugio. Nella testa di Giuseppe l'Africa era passata come una di quelle folate di sabbia delle notti del Sahara: prima l'impercettibile fruscio degli sterpi, poi arrivava il vento caldo, poi la sabbia più fine, sempre più fitta fino a farti mancare il respiro e all'improvviso calava il vento lasciandosi dietro un silenzio di piombo. Ed ora, quasi istintivamente, aveva guardato nel sacco militare i quattro stracci gualciti che odoravano del campo di prigionia e si era chiesto:"Perché me li sono portati dietro?". Poi, finalmente, si era scosso di dosso il torpore umido della notte ed aveva trovato la voglia di affacciarsi al ponte. La banchina del molo si avvicinava. Napoli 1 Dicembre 1945.
Lo infastidiva la gente sulla banchina, quell'entusiasmo gli sembrava spropositato: l'agitarsi di fazzoletti, il via vai di mezzi da carico e di jeep delle ronde americane, venditori di ogni genere di povera mercanzia che gridavano l'uno contro l'altro prima ancora che all'indirizzo dei passanti... Tornava dopo due anni e mezzo di prigionia con uno dei primi contingenti rilasciati. Nelle orecchie ancora aveva i comandi cui erano abituati dai secondini algerini: con loro non c'era da parlare, pascolavano i prigionieri come avrebbero fatto con le loro capre. Non c'era neanche la speranza di una fuga: da una parte il deserto dall'altra il mare, inutile pensarci... Chi ci aveva provato, contro ogni buonsenso, era finito con la bocca nella sabbia. Chi si era fatta una ragione si era rassegnato a tirare avanti con sette saracche e sette fave a settimana. In bocca Giuseppe ogni tanto sentiva ancora il gusto rancido dell'olio di palma.
Non aveva tentato nemmeno di aggiustarsi addosso la divisa lacera da ufficiale ed era sceso di malavoglia sulla banchina nella folla rumorosa.
Quello stato d'animo era una premonizione: l'orrore non era finito, uno strascico di morte si aggirava nei Quartieri, nei vicoli di Forcella e di Toledo fin su al colle Sant'Elmo. 
Un tuffo al cuore quando si era visto arrivare un soldato inglese con la divisa di un colore indefinito, ma con il segno malamente rattoppato di una pallottola sul petto: avevano recuperato tutto il ricuperabile a Halamein, anche le divise dei morti. E quella pallottola poteva essere uscita dal suo moschetto.
Si era fatto strada fino al Centro San Martino, un vecchio convento diroccato già prima dei bombardamenti e trasformato ora in dormitorio per i reduci laceri che attendevano le tradotte per il nord. Nelle camerate, puzzolenti di fumo e varechina, si era buttato vinto da una grande fatica sulla branda e per la prima volta aveva sognato. 
(tratto da Traversagnetta)
José de Ribera detto lo Spagnoletto per la sua bassa statura (Xàtiva, 17 febbraio 1591 – Napoli, 2 settembre 1652)
San Sebastiano (1651) 



4 commenti:

  1. bello il tuo racconto. Io Napoli l'ho vista di fretta...su un taxi che mi portava al porto ...destinazione Ischia!

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  2. Ho intuito il motivo del tuo atto di omaggio ancor prima di leggere il racconto... :-)

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  3. Napoli come tante bellissime città italiane merita davvero. Emozionante la visuale del golfo di Napoli da Castel Sant'Elmo.. parcheggio a parte...
    Maurizio

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  4. eh Laura, Ischia è un'altra meta...
    Giacinta non ti posso nascondere niente... -:)
    Maurizio, basta andare con le bellissime funicolari a castel sant'elmo... -:)))

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