giovedì 19 novembre 2009

Dirottamenti


Ci sono libri che,inevitabilmente, sono destinati al "dirottamento". Lasciando perdere quelli storici o scientifici sempre pieni di note e rimandi ma rimanendo nel campo della letteratura ed in particolare del romanzo (o ancora più precisamente nel racconto), uno pensa di seguire una storia e si appassiona alla trama e poi, improvvisamente, c'è un qualcosa che taglia la strada, distrae, se non , nei casi più sfortunati dirotta il lettore altrove.
L'ultimo caso che mi è capitato è stato leggendo nella "La trilogia di New York" di Paul Auster il racconto "La città di vetro". Ora già il racconto ha una trama centripeta: un io narrante con triplice personalità -una si chiama Paul Auster- e un presunto "padre padrone" con una personalità multipla che si confrontano e si scontrano, ma poi alla fine anche gli altri personaggi (il figlio schiavizzato e sua moglie) paiono anche loro personaggi almeno ambigui se non doppi. Poi i "contendenti" (chiamiamoli così) si lasciano andare ad una fitta sequela di citazioni che nel migliore dei casi sono semplici rimandi ad episodi, frasi o motti celebri, nel peggiore si citano interi libri, capitoli di romanzi celebri, racconti biblici e via via in una digressione "centripeta" appunto, irresistibile.
Alcuni esempi:
1)  Gordon Pym di Poe le pagine finali con strani geroglifici sulla parete interna dell'abisso (p.76);
2)  la citazione di Humpty Dumpty sul significato delle parole in Attraverso lo specchio di Lewis Carroll (p.86);
3) a più riprese si cita la Genesi e l'episodio della Torre di Babele;
4) ma anche Heraclito e Democrito sono scomodati per interpretare delle misteriose iniziali;
5) potrebbe mancare Tommaso Moro  e la profezia del francescano Geronimo de Mendeita sul "nuovo mondo"? 
6) se qualcuno poi vuol divertirsi può andare a cercare sull'Haggadah (un compendio di interpretazioni rabbiniche) la data della costruzione della Torre di Babele (anno 1996 dopo la creazione e 340 anni scarsi dopo il diluvio).
7) poteva mancare (infine o forse no) Cervantes ed il suo cavaliere? Chi scrive la sua storia?


Mi fermo qui per pietà soprattutto nei miei confronti.
Ora se tutto ciò non bastasse, ad un certo punto quel triplo io narrante mostra la sua incontenibile voracità e si appropria anche della personalità del figlio maltrattato e quindi...
Penso che basti per far incuriosire e spingere alla lettura di questo classico che (mi sbilancio) sembra  nato dalla penna di Borges (quali libri? sono dirottato un'altra volta!) che da quella di un figlio della letteratura americana. 


1 commento:

  1. non ho letto la Trilogia di Paul Auster ma mi divertono le tue osservazioni...Grazie per esserti fermato lì con quella lista di citazioni ;-)
    In ogni caso, i dirottamenti in genere non mi dispiacciono, soprattutto nei libri! saluti Guglielmo

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