Una giornata così così, ieri.
Ci sono giorni che sembrano caricarsi di tutto il non-detto e il non-fatto e diventano fiumi di parole e di azioni, come se una diga si fosse rotta e l'acqua, tumultuosa, precipitasse a valle.
Sono i sentimenti rattrappiti che saltano fuori come molle compresse e prendono direzioni impensabili. Eppure si è portati a pensare che il silenzio e l'inazione avrebbero insegnato parole meditate ed azioni congruenti, ma, come chi è preso nella notte calma da un crampo improvvisono, non rimane che balzare dal letto ed agitarsi battendo il tallone a terra, con movimenti inconsulti ed imprecando contro la mala sorte.
Un'amica mi diceva parafrasando una frase di un libro di psicologia che i vecchi amori bisogna "appenderli al muro, come quadri", immagino volesse dire che bisogna distaccarsene e guardarli senza pretendere di aggiungere o togliere nulla. Già forse è così, bisogna appenderli al muro, ma, questo è il guaio, non riesco a fare a meno di ammirarli. E' una mia malattia questa: non riuscire a distaccarmi dai sentimenti che ho provato, rimangono come un sapore in bocca, un'ombra nella nebbia, un suono di parole dolci. Non ho un semplice tasto reset come il computer che cancella tutto e non so se sia un male.
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Sono passata per chiederti un brano a tua scelta di Traversagnetta da mettere su the bookshow e ho trovato questo post, che mi sembra insolito rispetto al tuo tono prevalente, meno riservato, meno difensivo. Lo apprezzo molto per questo. Sono lieta che tu non appartenga a quella schiera di persone con il tasto reset, sono orribili!
RispondiEliminaciao, marina
PS mandaci il brano, grazie
Non si tratta di "reset": si tratta di naturale evoluzione del quanto. Non credo affatto di essere orribile, ma spesso dimentico in toto gli amori passati e finiti. Non per cattiveria, né per superficialità: semplicemente, hanno terminato il loro periodo. Se ne vanno da soli, senza bisogno di alcun reset: si esauriscono, dolcemente. Panta rei, che lo voglaimo o no.
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