Una premurosa infermiera ti ha medicato il piede. Così sembri più vicina alle persone che stanno qui dentro.
Qui le sbarre alle finestre non servono per frettolosi ed acrobatici ladruncoli, ma per chi vuole evadere pensando di conquistare la libertà. Ma non fuggi da questa prigionia saltando dal quarto piano.
non ci sono sbarre per i pensieri Guglielmo, anche parole di fede..in un ospedale...
RispondiEliminaun saluto all'amico di sempre.
Ciao Guglielmo un saluto grande
Maurizio
non sei ammalato vero? francesca2
RispondiEliminaE dire che lavoravo in un Ospedale! Ma evidentemente non ci ho fatto l'"abitudine". Tanto più quando mi è capitato di visitare una persona cara. Così nascono pensieri come questi.
RispondiEliminadalla finestra dell'ospedale vedevo gli alberi di zucchero, la neve e la brina li rendevano irreali, e di notte la luna piena faceva luccicare tutto, continuavo a piangere, di gioia guardando il piccolo che appena nato dormiva accanto a me, scoprivo ogni piccolo dettaglio del suo faccino, mi intenerivo per ogni smorfia buffa, le ostetriche avevano paura che io soffrissi di depressione, invece ero talmente felice che dovevo piangere per non soffocare la gioia francesca2
RispondiEliminain un luogo di cura, perché la Madonnina non avrebbe dovuto avere anche lei amorevole attenzione?le sbarre alle finestre di un ospedale...malinconia amplificata.Un saluto Guglielmo :-)
RispondiEliminasempre con la sensibilità all'erta, è così che cogli le sacche di vita
RispondiEliminamarina