Ho scoperto d'essere rinchiuso. Dentro la casa di notte con le tapparelle abbassate e di giorno con il cancello serrato e l'alto muro di cinta che divide dalla strada. Dentro il mio corpo mi sento rinchiuso: mi divide dal mondo e mi rende opaco al mondo. Mi sembra di guardare da uno spioncino quello che scorre fuori, senza capire e questo si riflette (immancabilmente) in quello che spio dentro e che non capisco.
Eppure, se guardo, vedo le cose, le posso distinguere , enumerare e descrivere: vedo la piazza, la chiesa, la scultura di Giò Pomodoro, gli ombrelloni del bar, l'acciottolato, la luce che taglia la piazza e le toglie le ombre.
Ecco forse c'è troppa luce e bisognerebbe tenersi qualche ombra e non curarsi di capirla e non pretendere che venga fatta scappare da una luce eccessiva.
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secondo tentativo di commentare, non so cosa sia successo.
RispondiEliminaDicevo che la piazza è bellissima.
In genere i bambini hanno paura del buio perché non ne possono uscire, perché si sentono chiusi. Così dicono, prima ancora di parlare di mostri. Ma è vero che più avanti la luce può farci sentire prigionieri sotto un'attenzione impietosa. E l'attenzione non credo ti piaccia.
Mi colpisce il sentirti chiuso nel corpo che ti rende opaco al mondo.
Mi colpisce perché tu non dici che rende opaco il mondo per te, ma te al mondo. Quindi a me suona come una esitazione tra il volersi aprire al mondo e il voler restare nell'ombra.
Sicuramente è una lettura tutta personale, che esce da me perché è una contraddizione che io provo.
Sul tenersi delle ombre, dentro e fuori, e non cercare di capirle sono TOTALMENTE d'accordo.
letto con uno splendido accompagnamento di chitarra! grazie
marina
Guglielmo, tieni duro! Sono bravo con la fionda: vengo lì e rompo tutti i lampioni di quella piazza!
RispondiElimina:-)
Toccante, questo tuo post.
x Marina. Il mondo è un mistero per noi , ma è vero anche il contrario: noi siamo un mistero per il mondo. Certo, come dire, sono "misure" diverse, quello che possiamo fare o incidere al mondo è ben poca cosa, ma il nostro piccolo percorso è comunque qualcosa che muove il mondo verso qualche parte o verso altre parti. Non è indifferente al mondo il nostro fare. E non è predeterminato o almeno non del tutto. Mi piace questo "dar fastidio" al mondo -:)))
RispondiEliminaxRom. Grazie per l'incoraggiamento. A volte ci vuole anche per le pellacce dure -:)
RispondiEliminabello, mi ha colpito questo tuo post...Qualche ombra mi sa che è meglio tenersela, non possiamo fare luce su tutto, e anche la foto che ci proponi...è molto bella, è bellissima la facciata della chiesa illuminata, poi mi sembra di vedere dei portici sulla sinistra, quelli sono in ombra...non disturba no?oggi mi sento un po' banale ma lo dico lo stesso, senza la luce non esisterebbe l'ombra, ma solo il buio.
RispondiEliminaa me piace lo scorcio che vedo fuori (e dentro) di te :-)
sto imparando a prender per mano la mia ombra
RispondiEliminaps. è un bellissimo "pensierino"
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