mercoledì 23 settembre 2009

Il gatto



Non "ho" un gatto. Diciamo che il gatto ha scelto me. Ma si tiene anche la sua indipendenza. Non mi ha preso in esclusiva, come non l'ho fatto io. E' un gatto che gira almeno due case e  qualche giardino. In fin dei conti siamo abbastanza stanziali tutti e due: in nostro raggio d'azione è limitato.
Non so cosa sia successo, prima i gatti e i cani mi schivavano, non si facevano accarezzare, sembrava avessero paura o forse notavano la mia titubanza. Poi è scattato qualcosa: sono cambiato io, azzardo. Ho cominciato a parlare con il gatto, a rifargli il verso, a dargli leggere carezze sulla testolina e sulla coda. Ed il gatto ha ricambiato subito. Beh, dico la verità, forse è servito anche un po' di latte versato ogni mattina nel suo piattino, ma non sono animali così affamati da farsi abbindolare con un po' di cibo e quindi penso proprio che sia servito il mio atteggiamento.
Ho fatto esperimenti anche con le persone: non rido molto di primo acchito e questo mi fa sembrare un uomo un po' triste o tutt'al più (noiosamente) serio. Ma direi che non lo sono affatto (triste di sicuro, forse noioso si, vabbè), anzi, mi piace assai ridere è che forse non ne ho l'occasione e sono un po' (troppo) esigente. Sta di fatto che ho provato a sorridere senza motivo apparente alcuno alle persone che incontro e questo, vi assicuro, aiuta nei rapporti umani. Mai proverbio fu più sballato: "il riso abbonda sulle labbra degli stolti.

4 commenti:

  1. L'I King dice che l'umore giocondo è contagioso, così come, aggiungo io, anche quello depresso.
    L'ironia e soprattutto l'autoironia è fondamentale, non disgiunta da una giocosa serietà.
    Giorgio.

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  2. mi è sparito il commento, aiuto!
    marina

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  3. Ciao, è una gatta, poiché è tricolore, in questo caso nella variante "squama di tartaruga".
    Concordo in pieno sul fatto che comunicare con un gatto è di gran lunga più soddisfacente che farlo con gli umani. O almeno, con gran parte di essi.
    Buona giornata.

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