Il 23 dicembre 1978 veniva promulgata la Legge di Riforma Sanitaria, forse l'unica vera riforma dal 1968 in poi.
Partiva da principi semplici nella enunciazione, ma tremendamente impegnativi.
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività mediante il servizio sanitario nazionale.
La tutela della salute fisica e psichica deve avvenire nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana.
Si prefiggeva degli obiettivi che subito davano l'idea di un profondo cambiamento di mentalità: l'accento per la prima volta veniva posto sull'educazione sanitaria e sulla prevenzione negli ambienti di vita e di lavoro. Il primato della cura sulla prevenzione era capovolto.
Poi le cose sono andate come sono andate ed i risultati a distanza di 30 anni di questo grande progetto sono contraddittori. Quello che è certo che là dove ci sono gravi fallimenti della Riforma sono dovuti in gran parte alle gestioni regionali (oltre ben inteso agli arretramenti statali di fronte all'aggressività del privato nella gestione di interi settori sanitari). E questo dovrebbe far pensare da un lato i propugnatori del federalismo selvaggio, dall'altro dovrebbe far diffidare dei politici (abbiamo visto ampiamente foraggiati) che hanno lasciato spazio alla sanità privata come "libera alternativa".
Comunque, buon compleanno Riforma sanitaria
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