Un anno è passato dal terribile rogo che la notte del 6 dicembre, allo stabilimento della ThyssenKrupp di Torino, ha provocato la morte di sette operai, uno sul colpo, gli altri dopo una tremenda agonia in ospedale. Ci si prepara a vivere una settimana nella memoria di Antonio Schiavone, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rocco Marzo, Antonio Santino, Rosario Rodinò e Giuseppe Demasi, le sette vite spezzate nell'inferno scoppiato alla linea 5 dell'acciaieria.
La prima udienza in Corte d'assise è fissata per il 15 gennaio, con l'amministratore delegato Harald Espenhanh sul banco degli imputati con la pesante accusa di omicidio volontario ed altri cinque dirigenti che dovranno rispondere di omicidio colposo.
Ci sono purtroppo a margine di questa tragedia anche le responsabilità degli organi di controllo che vengono così descritte dal Blog Rubicondo.
Non bisogna però dimenticare, che il sistema della sicurezza sul lavoro pone le sue basi anche su efficaci controlli degli organi competenti. Nella fattispecie, sono i tecnici della prevenzione delle ASL ad essere deputati alla verifica degli adempimenti in materia.
E' risaputo della insufficienza del numero di tecnici della prevenzione, così come è già stato detto che con il decreto 123/07 sono state sbloccate assunzioni solo per ispettori del lavoro, che non sono preposti al controllo del rispetto degli obblighi normativi in materia di prevenzione e protezione. In queste condizioni, si calcola che un'azienda possa essere sottoposta a controllo una volta ogni 33 anni.
Nonostante la scarsa probabilità, la ThyssenKrupp fu sottoposta a controllo da parte della ASL il 6 luglio 2006, ma il tecnico della prevenzione che condusse la verifica non aveva mai visto un impianto siderurgico prima di quella volta. E' stato lo stesso tecnico della ASL 1 di Torino Ugo Moratti ad ammetterlo, di fronte alla commissione d'inchiesta del Senato.
In realtà la stessa ASL contava nel suo organico un esperto nel settore, ma fu comunque inviato il dottor Moratti a visionare la ThysseKrupp ed in particolare proprio la linea 5, quella stessa linea dove hanno trovato la morte i sette operai. Il collega esperto in impianti siderurgici gli è subentrato nei controlli solo dopo la strage.
Tutto questo la dice lunga sul sistema di controlli che vengono eseguiti (quando vengono eseguiti, per i motivi già detti) nei luoghi di lavoro, da parte degli organi competenti.
(Chi volesse approfondire, può leggere le dichiarazioni alla Commissione del Senato del funzionario ASL).
Domani (Sabato 6 Dicenbre) mattina ci sarà una manifestazione che partirà dal Piazza Castello di Torino e raggiungerà la TyssenKrupp.
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RispondiEliminaGiorni importanti per ricordare che di lavoro si continua a morire
E non sono morti bianche, ma al limite rosse come il sangue dei lavoratori caduti.
@Daniele. Purtroppo non è così semplice, Daniele. Il Testo unico (così si chiama ora il D.LGS 81/08 che ha riunito tutte le leggi sulla sicurezza) non ha come attori principali gli ispettori delle ASL, ma gli imprenditori, i dirigenti, i lavoratori delle aziende. La prevezione non deve essere una cosa imposta da chissà quali controlli esterni, ma entrare nella organizzione del lavoro quotidiano. Poi vengono i controlli esterni fatti da ASl o altri organismi. Purtroppo non c'è in Italia una cultura delle sicurezza a partire dalle scuole (dalle elementari alle università) che faccia cambiare la mentalità di chi organizza il lavoro e di chi lavora.
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