“Se noi vogliamo risvegliarci una volta e riprendere lo spirito di nazione, il primo modo nostro deve essere non la superbia né la stima delle cose presenti, ma la vergogna”.
Mi vergogno di come ho lasciato andare l'Italia. Non ci sono scuse. Se siamo arrivati così è (anche) colpa mia. E se ora dobbiamo davvero risvegliarci dobbiamo pensare non superbamente che "noi non c'entriamo nulla" o "abbiamo fatto tutto il possibile". Non è così. Altrimenti non saremmo a questo punto, non sarebbe così grave e profonda crisi della democrazia italiana. Abbiamo sbagliato qualcosa, forse molte cose ed ora bisogna ripartire provando vergogna per quello che non abbiamo fatto, per quello che non abbiamo detto.
Cavolo. Sono stato qui un sacco di tempo e non sono riuscito a scrivere niente che non cancellassi subito dopo.
RispondiEliminaVa bene. D'accordo.
Senza vergogna, però.
Non è bastato, quello che abbiamo fatto. Quello che siamo stati. Ma il fare, e il dire, c'è stato. Pagato. Salato. Ancora oggi. Non è bastato. Va bene. Ma senza vergogna.
Hai ragione. Ma inseriamole nostre responsabilità nei cambiamenti del mondo tutto, se no non ci resta che buttarci a fiume!
RispondiEliminamarina
Questa volta ce l'ho fatta a postare un commento.
RispondiEliminaSiamo in molti a considerarci colpevoli, non sei il solo.
Questa è l'unica cosa che può alleviare il dolore.
Occorre essere ascoltati quando si parla, occorre che i modelli che si propongono siano accettati e considerati da imitare.
Dipende da chi parla e da chi propone ma anche da chi osserva o preferisce non vedere.
Io, comunque, spero ancora che non tutto sia perduto.
ciao
Ginetta
Caro Guglielmo ti indico subito: scarica Pcasa di Google (gratuito) semplicissimo programma di ritocco fotografico, clicca su "testo", e scrivi cio che desideri Ok, fammi sapere
RispondiEliminaUn abbracio
Maurizio
(solo per te)