mercoledì 7 gennaio 2009

Come siamo messi

Vi racconto come siamo messi in Italia facendo un esempio pratico che descrive il clima (e non parlo della neve).

Grande azienda dell'editoria piemontese. Azienda solida ben appoggiata politicamente (o appoggia i politici con finanziamenti?). Classe operaia "aristocratica" con stipendi 20% più alti del settore (utilizzando escamotage tipo straordinari fissi, anche se non c'è nulla da fare). Trama interna di parentele fittissima: padri e figli, nipoti e zii (qualcuno, fortunato, pure la moglie su in ufficio). Si entra solo per conoscenza diretta della famiglia. Sindacato barricadero negli anni '68-'69 che ora è solo CISL, la CGIL è bandita, non entra in fabbrica e stop. Tutti i servizi appaltati. In particolare servizi di facchinaggio (si sa gli aristocratici disdegnano il lavoro manuale!). Questi lavori sono gestiti da cooperative. Naturalmente queste cooperative hanno (proprio perché sono coop) stipendi per contratto del 10% più bassi, ma hanno anche il contratto delle imprese di facchinaggio e non quello dei grafici. Lavoro del personale a tempo indeterminato, ma ogni anno la coop cambia nome e quindi si firma un nuovo contratto. Malgrado questo la coop fa pasticci e si impegola con una causa davanti al Pretore per l'applicazione contrattuale scorretta ai propri dipendenti. Siamo quasi al giudizio finale. La coop si scioglie e l'azienda appaltatrice affida il lavoro ad altra società che si impegna ad assumere alcuni dipendenti della coop sciolta. La nuova società che prende l'appalto applica il contratto dei grafici, ma azzera gli aumenti ad personam e le altre plebende e inquadra tutto il personale al livello più basso di accesso. Una riduzione di stipendio, per chi viene assunto, da € 150 a 350. Il 20% è licenziato compresi naturalmente la sindacalista. Quest'ultima si presenta il giorno 3/1/09 con il "provinciale" della CGIL che non riesce nemmeno a superare la portineria. Non è che alle "trattative" precedenti fosse andata meglio: si presentano per l'azienda dell'editoria tre avvocati e la povera sindacalista (ex dipendente di impresa di pulizie promossa per meriti di partito a quadro sindacale) viene zittita in pochi minuti. Quegli aumenti ad personam erano un retaggio di incarichi veri o fittizi a singole persone che nella maggior parte dei casi non erano più in atto da tempo (alcuni da 5-6 anni), ma che il sindacato ha strenuamente difeso come "diritto acquisito". In compenso i dipendenti non hanno visto un euro di dividendi della coop in tre anni di lavoro e il loro salario prevede TFR inglobato nella paga, malattia non pagata fino al terzo giorno, ferie a discrezione.
Questo è il mondo del lavoro oggi: i "padroni" (si può dire ancora questa parola?) fanno quelle che gli pare, il sindacato quando fa delle battaglie sono di retroguardia, non incide su nulla, non controlla nulla, non ha strumenti per difendere cicchessia. I lavoratori protetti sono chiusi nella difesa corporativa dei privilegi acquisiti e se ne fottono degli altri. Centinaia di persone (soprattutto giovani, ma non solo) vivono in uno stato di completa e perenne precarietà, senza salari adeguati, ammortizzatori sociali, senza garanzie contrattuali.
Ecco come siamo messi.

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