giovedì 29 gennaio 2009

Andreas Scholl, Che farò senza Euridice dall'Orfeo di Monteverdi



Che farò senza Euridice!
Dove andrò senza il mio ben!
Euridice! Oh dio! rispondi,
io son pure il tuo fedel.
Euridice! Ah! non m'avanza
più soccorso, più speranza
né dal mondo, né dal ciel!
Che farò senza Euridice!
Dove andrò senza il mio ben!

Commento. Si scopre, all'improvviso, la solitudine. Quando si scopre sembra essere troppo tardi: ci si è inoltrati in una terra arida, fatta di ricordi e illusioni. Per tornare bisognerebbe levare un po' di zavorre ed alzare una vela alta e aspettare il vento. Dunque, non si può attendere, alza la randa.

3 commenti:

  1. se c'è una storia che mi ha sempre fatta arrabbiare è questa di orfeo ed euridice, ma come, tanto amore, la vai a riprendere, hai solo una...una piccola clausola nel contratto e ti giri!!!! ma che pezzo di cretino! altro che amore, lui voleva recitare la parte dell'innamorato ma in realtà la odiava e la voleva per sempre negli inferi, pezzo di mascalzone!
    sorridendo francesca2

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  2. Prendo nota, francesca2, di questo punto di vista. In effetti non si è mai vista la storia dalla parte di Euridice e il tuo potrebbe essere uno spunto interessante. Ciao e grazie

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  3. Credo di essere fuori tempo massimo ma dico lo stesso la mia.
    Orfeo amava troppo e amare troppo è foriero di guai come non amare per niente.
    Ogni amore può avere una fine e non vale la pena soffiare sulle braci per far riprendere il fuoco quando è spento.
    Orfeo si è voltato credendo di avere per mano un'ombra e forse era proprio così: si trattava dell'ombra di un grande amore ormai finito.
    Penso che gli amori possano durare una notte o una vita.
    L'importante è viverli completamente,intensamente, senza rimpianti e senza voler trascinare qualcosa quando non c'è più.
    Al massimo, se si riesce, si può cambiare noi stessi insieme all'amore, per perpetuare un rapporto in cui si vuole credere, mai credere di poter congelare un amore in eterno
    ginetta

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