venerdì 10 ottobre 2008

Francesco Petrarca, L'ascesa al Monte Ventoso [Malaucena 26 aprile (1353?)]

Come scegliere i compagni di viaggio
Senonché, quando dovetti pensare ad un compagno di viaggio, nessuno dei miei amici – meravigliati pure – mi parve in tutto adatto: tanto rara, anche tra persone care, è una perfetta concordia di volontà e di indole. Questi era troppo pigro, quello troppo attivo; questi troppo fiacco, quello troppo svelto; questi troppo triste, quest'altro troppo allegro; questi troppo sventato, quello troppo prudente rispetto a quanto desiderassi; di questo mi spaventava il silenzio, di quello la loquacità; di questo la pesantezza e la pinguedine, di quello la magrezza e la debolezza; di quest'altro mi scontentava la fredda indifferenza, di quello l'ardente darsi da fare: tutti difetti che, sebbene gravi, in casa si sopportano (tutto compatisce l'affetto e l'amicizia non rifiuta alcun peso), ma che in viaggio divengono davvero pesanti. E cosi, esigente com'ero e desideroso di un onesto svago, pur senza offendere in nulla l'amicizia, mi guardavo intorno soppesando il prò e il contro, silenziosamente rifiutando tutto quello che mi pareva potesse intralciare la gita progettata. Finalmente - che pensavi ? - mi rivolgo agli aiuti di casa e mi confidai con l'unico fratello, di me più giovane e che tu ben conosci. Nulla avrebbe potuto ascoltare con maggiore letizia, felice di potersi considerare verso di me fratello e amico.

L'incertezza dei sentimenti
Troppi sono ancora gli interessi che mi producono incertezza e impaccio. Ciò che ero solito amare non amo più; mento: lo amo, ma meno; ecco, ho mentito di nuovo: lo amo, ma con più vergogna, con più tristezza; finalmente ho detto la verità. È proprio così: amo ma ciò che amerei non amare, ciò che vorrei odiare; amo tuttavia, ma contro voglia, nella costrizione, nel pianto, nella sofferenza. In me faccio triste esperienza di quel verso di un famosissimo poeta (ndr Ovidio, Amor 3,11b,35): "Ti odierò, se posso; se no, t'amerò contro voglia".

Petrarca cita Agostino
E vanno gli uomini ad ammirare le vette dei monti, i vasti flutti del mare, le correnti amplissime dei fiumi, la circonferenza dell'Oceano, le orbite degli astri, e trascurano se stessi.

Commento. A parte il fine didascalico del racconto che ribadisce il tema del "non assecondare la carne nelle sue concupiscenze", vi sono spunti davvero moderni in questo piccolo resoconto di una giornata in montagna. Come scrive Proust :<< Leggendo il nuovo capolavoro di un uomo di genio, vi troviamo con piacere tutte le nostre riflessioni che avevamo disprezzate, le allegrie, le tristezze che avevamo contenute, tutto un mondo di sentimenti da noi disdegnati e di cui il libro dove le ravvisiamo ci rileva istantaneamente il valore.>>

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