sabato 29 novembre 2008
L'infinito lunare di Giuseppe Bonaviri
L'infinito lunare è una raccolta di racconti. La scrittura di Bonaviri è piana e le vicende raccontate partono sempre da situazioni molto concrete di vita quotidiana. Poi il registro cambia improvviso e ci si trova su un'astronave a fare un viaggio verso l'infinito con un improbabile equipaggio di scienziati e si rimane interdetti. Il medico di provincia, per amor di avventura, abbandona la moglie ed i figli ed accetta di fare un viaggio nello spazio, per una missione che pare oscura. Più l'astronave procede nell'infinito e più tutto l'equipaggio sembra sprofondare nella memoria come se il vero viaggio sia quello che ciascuno fa a ritroso nella sua vita. Ma nello stesso tempo c'è un sentimento di estraniazione che avvolge tutti e che rende il mondo veramente molto lontano.
(da un dialogo sull'astronave tra il medico e Lilì)
«Non mi pare che sia la voce di mia moglie» diceva alle volte «quel soffio indecifrabile di parole che mi arriva, quando il capitano mi da la comunicazione. Mi sento solo ed anche voi mi sembrate fantasmi. Che mi succede, dottore? È un distacco troppo forte quello che ci hanno imposto. Mi vien da pensare ai miei due vecchi zii, Michele ed Agrippina, che mi allevarono come un figlio sino a vent'anni. Non li ho forse traditi? Li vedo con grande chiarezza, come se il ricordo nascesse da un soffio luminosissimo. Si sedevano accanto al balcone e vi stavano per ore ed ore, sino a che dalla campagna veniva la sera. Parlavano di me e della mia infanzia e a vicenda si dicevano: "Ti ricordi del nostro nipotino?" Se vivono ancora saranno vecchi e curvissimi. Foglie secche. Bisogna stare vicini a quelli che si ricordano di noi. I miei zii avranno paura anche del canto del gallo, essendo troppo vecchi e potrebbero essere spezzati in scaglie. Forse il dio Rajhin li ha raccolti nella sotterranea Alcamuch con le cavalle dagli zoccoli di bronzo.»
«Che vale pensare a tutto questo?» lo interrompevo. «Ridiamone, piuttosto.»
Una lettura che ricorda il Calvino delle Cosmicomiche ( mi si perdoni l'azzardo, ma non essendo un critico mi posso permettere un giudizio temerario).
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Un azzardo azzeccato....
RispondiEliminail lettore ha diritto all'azzardo.
RispondiEliminamarina
avanzare più veloci della luce vorrebbe dire raggiungere a ritroso le immagini che la nostra vita ha rilasciato nello spazio, fino al suo inizio che così diventa le fine di tutto.
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