L'avevo capito subito fin dal mattino: era una giornata strana, all'insegna del sogno e del surreale. A Milano il traffico era molto reale e le code ai semafori e la gente sulla metropolitana. Ma ecco che davanti alla chiesa di San Carlo dietro San Babila vedo uno dei tanti questuanti all'ingresso delle chiese. Dorme avvolto in una vecchia giacca col cappello che gli copre il volto. Al collo un cartello scritto a macchina "NON SONO COMUNISTA". lo guardo, non lo fotografo col telefonino perché ne va della sua dignità, comunque.
Cerco il PAC: c'è la mostra "Il Nouveau Réalisme dal 1970 ad oggi. Omaggio a Pierre Restany". Ma arrivo davanti alla Villa Belgioioso-Bonaparte Museo dell'Ottocento con l'invitante cartello "Ingresso libero". Dentro leggo "Dall'11 Novembre al 14 Dicembre 2008, in occasione della mostra di Tino Sehgal, la Galleria d'Arte Moderna di Milano sarà aperta tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 20.00. Il Museo Marino Marini , la Collezione Vismara, la Raccolta Grassi: dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.30."
Mi sembra una buona cosa e poi non ho mai visto questa splendida villa che si affaccia su due giardini (uno proprio ed uno pubblico oltre la strada).
Il Parco all'inglese della Villa Belgioioso progettato dall'architetto Pollack con la collaborazione del conte Ercole Silva.
Entro e vengo avvicinato da una addetta museale in divisa che mi sussurra "Sarkozy ha detto che bisogna salvaguardare il Dalai Lama". La guardo e dico "Come, scusi?" Ripete "Sarkozy ha detto che bisogna salvaguardare il Dalai Lama". Sorrido ed entro nella prima sala. Poi nella seconda più ampia e tre addetti del museo provenienti dalle tre porte del locale iniziano a cantare una canzone di un famoso film con Ginger e Fred e accennano un passo di danza. I ragazzi spagnoli che mi seguono non si lasciano pregare e cominciano a ballare anche loro. Ma intravedo nella sala successiva una ragazza a terra, sembra svenuta. Poi si muove lentamente e si rigira su un fianco. Una turista inglese le fa una foto ignorando i Segantini alle pareti ed urtando un gesso preparatorio di Ebe del Canova (la statua in marmo sta all'Hermitage di San Pietroburgo). Tiro avanti cercando i quadri di Previati che mi pare ci siano qui da qualche parte. Entro nel grande salone da pranzo con un affresco di Andrea Appiani "Il parnaso" sul soffitto: al centro della sala un ragazzo ed una ragazza si abbracciano, si stringono, si sfiorano e i visitatori li guardano divertiti. Oltre la compagnia di ragazzi spagnoli si è fermata ad osservare qualcosa in una stanza: l'avvertenza è chiara "VIETATO L'ACCESSO AI MINORI. ALCUNE SCENE POTREBBERO URTARE LA SENSIBILITà DEI VISITATORI". Entro ed è in corso una danza spogliarello di una ragazza. Chissà cosa vuol dire, non trovo nessun nesso con l'esposizione. Dietro di me arriva una coppia che esce alquanto agitata dalla stanza: è una donna di una certa età col figlio anche lui sui trenta. Il figlio ossessivamente ripete "Hai visto quella è una donnaccia". La madre farfuglia frasi sconnesse, cerca una uscita, poi, non trovandola, si accascia su una sedia (con una bella scritta sopra "VIETATO SEDERSI"), ma l'addetto al museo ha capito al volo la situazione e cerca di rassicurare i due, indirizzandoli alla loro via (temporanea) di fuga.
Salgo al piano superiore (dal piano alto "nobile" al piano basso della servitù -avrei voluto essere servo io in questi locali!-). Deliziose statuette del Buddha del XII-XIII secolo collocate in semplici bacheche sulle scale: mi chiedo cosa ci sarà mai di più bello ed importante al piano superiore. Non sono deluso: una saletta piena di quadri di Previati ed altre sale con quadri del '900 di tutto rispetto (Balla, Boccioni, Marini, Segantino, Fausto Pirandello). Le opere che mi hanno colpito: due teneri ritratti della madre di Balla, La maschera di Fausto Pirandello e La maternità di Previati. In un corridoio tappeti da preghiera di antica manifattura del XVII secolo.
Balla, La madre
Previati, Maternità
Scendendo ripasso in una sala per vedere un Quarto stato di Pellizza da Volpedo che occupa l'intera parete e mi avvio all'uscita pensando che quel quarto stato lì è enorme e fiero ormai solo nei quadri del Pellizza.
Imbucando la MM mi dico " Una bella giornata surrealista"...
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