giovedì 6 novembre 2008
Obama dixit
Al muro del pianto a Gerusalemme (preghiera lasciata in un cartiglio nel muro del pianto)
Proteggimi dall'orgoglio e dalla disperazione.
Discorso di accettazione della candidatura democratica alla presidenza degli USA
Stasera, molti americani sono disoccupati e molti altri stanno lavorando duro per un salario troppo basso. Molti di voi hanno perso le loro case e altri vedono deprezzarsi il valore delle loro abitazioni. Molti di voi hanno macchine che non possono permettersi di guidare, conti della carta di credito che non potete permettervi di pagare, e rette scolastiche che sono molto al di sopra delle vostre possibilità.
Non tutte queste difficoltà sono state create dal Governo. Ma l’incapacità di rispondere alle vostre esigenze è il risultato diretto delle divisioni politiche di Washington e della fallimentare politica di George Bush. (ndr Ricorda qualcosa?)
Discorso di apertura della campagna elettorale.
È stato un credo, scritto dai padri fondatori, che dichiararono il destino di una nazione.
Sì, noi possiamo.
È stato sussurrato da schiavi e abolizionisti, che tracciarono un sentiero verso la libertà.
Sì, noi possiamo.
È stata cantata da immigrati catturati da lidi lontani e pionieri, spinti verso ovest in uno spietato deserto.
Sì, noi possiamo.
È stata la chiamata di lavoratori che si sono organizzati; donne che hanno ottenuto il diritto di voto; di un Presidente che ha scelto la luna come nuova frontiera; e un Re, che ci ha condotto alla vetta e indicato la strada per la Terra Promessa.
Sì, noi possiamo per la giustizia e l'uguaglianza.
Sì, noi possiamo per la prosperità e l'opportunità.
Sì, noi possiamo guarire questa nazione.
Sì, noi possiamo riparare il mondo.
Sì, noi possiamo.
Sappiamo che la battaglia sarà lunga, ma dobbiamo ricordare che non importa quali ostacoli incontreremo nel nostro cammino, nulla può frapporsi al potere di milioni di voci chiedono il cambiamento.
Discorso di ringraziamento per l'elezione a Presidente degli Stati Uniti
Salve, Chicago. Se lì fuori c'è ancora qualcuno che dubita del fatto che l'America sia il luogo dove ogni cosa è possibile, che si chiede se il sogno dei nostri fondatori è ancora vivo, che ancora dubita del potere della nostra democrazia, questa notte è la vostra risposta. E' la risposta data dalle code che si sono formate attorno a scuole e chiese, code così numerose mai viste da questa nazione, code di persone che hanno aspettano 3 o 4 ore, alcune per la prima volta nella loro vita, perchè hanno creduto che questa volta doveva essere differente, che le loro voci avrebbero potuto fare la differenza.
Commento. Chi ci farà sentire importanti così in Italia e non calerà dall'alto linee politiche, nomenclature preconfezionate, leader precotti, parole d'ordine lontane e astratte così da far scatenare le potenzialità enormi che ci sono?
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