Non le rimane che accostarsi alla parete, lanciando sguardi affamati verso le coppie che piroettano instancabili. Odia il ruolo di quella che fa tappezzeria. Nelle feste e nella vita. Se almeno non sapesse danzare, oggi avrebbe un alibi sicuro, e un rimpianto in meno , lei che non sa fare quasi nulla nella vita, conosce l’arte superflua e sublime del ballo, anche se finora ha potuto sperimentarla solo con suo padre, che è un abile ballerino e le ha insegnato la giusta posizione, diversi passi e molte figure. Stranamente, il suo corpo rigido e impacciato seguendo la musica si addolcisce, ritrova slanci e sinuosità, morbidezze e ardori, nascosti in chissà quali oscure fibre di se stesso.
Le sono bastate poche prove nel tinello di casa, con la guida sicura del padre, per capire che la musica può suonare dentro di sé e scatenare energie sepolte. Solo più tardi, invece, sentirà che la danza può essere anche qualcosa di più: l’immenso spazio immaginario in cui si annullano — per una notte o per pochi istanti — l’inesorabile misura del tempo, il peso della carne, la fatica dei pensieri, il disincanto di vivere. Il corpo che diventa gabbiano incostante, falena che non ha paura di bruciarsi le ali... Solo più tardi sentirà che il suo desiderio per un uomo si moltiplica e si galvanizza in quel passaggio bizzarro: l’abbraccio nel ballo prima del vero abbraccio; la vicinanza inebriante delle teste, degli occhi, delle bocche, della pelle, di tutte le membra; vicinanza non statica ma perpetuamente variabile e oscillante, secondo il ritmo che li avvolge e li penetra. Un cercarsi continuo per sfuggire all’ultimo momento; un raggiungersi di nuovo e subito lasciarsi, nella rassicurante certezza che l’altro è comunque prigioniero di quella stessa ragnatela di respiri.
Pensierino. Non so ballare e me ne dispiace. Capisco la bellezza della danza, il gioco degli sguardi e dei movimenti dei corpi. Il sentirsi e guardarsi, il lasciarsi ed il riprendersi. Ma non so ballare e me ne dispiace.
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banalmente: si può imparare a ballare. Ad ogni età.
RispondiEliminacon un po' più di riflessione: forse chi evita la danza la classifica tra le attività del corpo e quindi "inferiore"; poi scopre che può essere anche un'attività dell'anima.
buona giornata, marina
@Marina. Ho sempre dato un valore molto alto alla danza. Considero un'arte ballare. I casi della vita mi hanno sempre messo dalla parte dello spettatore...
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