giovedì 12 marzo 2009

Dialoghi ai fornelli

Leggo sul delizioso "L'uovo alla KOK" di Aldo Buzzi il capitolo sui "veri" cuochi. Riferendo una frase dello scultore Arturo Martini "La cucina si fa per istinto. Un altro deve assaggiare la minestra, io, alla vista, avverto se ha il sale", Buzzi conclude: "il vero cuoco non assaggia è un po' come il pianista che suona senza guardare la tastiera".

La cosa mi ha fatto piacere: sono un cuoco, diciamo, da battaglia, metto insieme ogni giorno pranzo con cena (con una certa fantasia) facendomi bastare quello che trovo in frigorifero o (in stagione) nell'orto. E non assaggio mai.
La mia padrona di casa (mia mamma) è invece una di quelle cuoche che seguono il proverbio "quel che tuca al mett in buca" (quello che tocca mette in bocca). E davanti ai fornelli (dove litighiamo praticamente ogni giorno) avvengono dialoghi surreali di questo tipo tra me e lei:
Io - Da quanto tempo hai buttato la pasta?
Lei - Non so, dopo la provo
Io - Gli spaghetti numero 3 cuociono in 3 minuti, "dopo" potrebbe essere troppo tardi
Lei - A me piace ben cotta la pasta
Io - Cotta si , ma se la lasci 5 minuti diventa colla
Estrae uno spaghetto e lo assaggia
Lei - Non è cotta ci vuole ancora un po'
Io - Un po' quanto?


PS Devo confessare che ho un innegabile vantaggio: non uso sale in cucina...

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