martedì 10 marzo 2009

Far coincidere parole e azioni

Davvero penso sia, nel campionato delle cause perse, la disciplina principe.
Far coincidere parole e azioni. Una vecchia storia oggetto di sarcastici proverbi e modo di dire (fate quello che dico non quello che faccio). Eppure chi non ha provato a cimentarsi almeno una volta nella vita in questa impresa? Il bello è che poi in genere si sceglie anche il momento meno adatto per attuare questo proponimento (sarà un "fioretto"?). E così la mala sorte ci mette immediatamente alla prova facendoci rimangiare, in men che non si dica, quell'incauto atteggiamento. Già perché sembra proprio "incauto" mettersi a fare quello che si dice in un mondo che ha fatto della parola una meretrice da pochi spiccioli. Le parole si comprano come una merce, si scambiano al mercato con uno squallido baratto: parole per potere, prestigio per parole, parole per "visibilità", favori per parole e naturalmente parole per soldi.
E dire che la parola (il verbo) ha nobilissime origini (bibliche persino), ma, come ci ha insegnato don Lorenzo Milani, è associata (la parola) sempre al potere: chi sa più delle 500 parole che conoscono i poveri (si può ancora dire questa parola?) comanda e gli altri giù la testa e zitti.
Ed ora siamo in piena inflazione di parole: se ne dicono molte di più di quelle che si dovrebbe ragionevolmente ascoltare in un giorno, in un'ora.
Un diluvio di parole che non vuol dire capire di più, ma confondere, ottenere esattamente l'effetto opposto. Si è inventato anche un form televisivo, il talk show che è, per natura, una perdita di tempo in chiacchere: futile, leggero, rissoso per riproporre le beghe di cortile di una volta di cui nessuno aveva nostalgia.
Eppure non c'è altra strada per uscirne: occorre provare e riprovare sempre questa difficilissima disciplina e tentare di far coincidere sempre parole e fatti. Non avremo un gran successo in politica, forse nemmeno negli affari, non nel commercio e nelle professioni, temo che anche in amore non andremo molto lontano,  ma la ricerca di questa coincidenza è una di quelle utopie alla quale non riusciremo mai a rinunciare.

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